Siro Penagini. Il poeta della natura
Palazzo Viani Dugnani, via Ruga 44, Verbania
0323.502254 - numero provvisorio 333.6452434
segreteria@museodelpaesaggio.it
(Press: 339 6193818 – stefania.bertelli@artemidepr.it)
La mostra, che comprende oltre settanta opere e si vale della collaborazione della VAF-Stiftung, ricostruisce tutto il percorso dell’artista milanese, riportando alla ribalta la sua pittura, oggi quasi dimenticata e insolita nel panorama italiano. Penagini studia infatti nel 1907-1909 all’Accademia di Monaco, ed è forse il primo artista in Italia a capire Van Gogh e Gauguin, che vede nella capitale bavarese. Nel 1913-16 gravita intorno alla Secessione Romana, dove si appassiona alle opere di Matisse. Il risultato di queste suggestioni, unite alla luce di Terracina e di Positano dove si trasferisce per l’incerta salute nel 1914-1919, è una pittura dai colori intensi e solari, che ha nella natura (paesaggi, animali, fiori) il suo principale soggetto.
Negli anni venti Penagini sperimenta invece originalissime tonalità verdazzurre, come si vede nelle opere che dipinge a Dormelletto (Novara) nel 1920 e in Sardegna (1921-22). Si avvicina poi al Novecento Italiano, partecipando alle sue principali rassegne. Dal 1923 si trasferisce definitivamente a Solcio, sul lago Maggiore, dove dipinge paesaggi e temi naturalistici, soprattutto con luminose gamme chiare di intensa poeticità.
La mostra del Museo del Paesaggio raccoglie tutti i principali capolavori dell’artista, tra cui Putto, fiori e pere, 1911, della collezione VAF Stiftung, Mart, influenzato dalla Secessione Viennese; Verso la sorgente, 1912, e Nudo con mascherina, 1915, dai solari colori vangoghiani; le incendiate nature morte del periodo di Positano (Carciofi; Vaso di fiori di zucca; Piatto con pesce e agrumi, tutti del 1918); la potente Cieca che fila, 1921-1922, collezione VAF Stiftung, Mart, e Donne che mietono, 1921-22, del periodo sardo; Mele su alzata bianca, 1925, esposta nel 1926 alla I Mostra del Novecento Italiano; i candidi Paesaggio invernale, 1930, e Piazza S. Stefano, 1935, entrambi del Museo del Paesaggio.
SIRO PENAGINI
Nato nel 1885 a Milano, Penagini dopo una breve esperienza all’Accademia di Brera studia a Monaco, ma nella città tedesca vede piuttosto il postimpressionismo francese (Van Gogh, gli allievi di Gauguin) e la Secessione Viennese (Povolny, Klimt), acquistandone una conoscenza precoce per l’Italia. Poi, nel 1914-16, è uno dei pochi artisti milanesi che gravitano intorno alla Secessione Romana, dove si appassiona alle opere di Matisse. Quindi, rientrato a Milano, frequenta già nel 1920 la cerchia di Margherita Sarfatti. Intorno al 1924-25 espone nelle ultime mostre di Ca’ Pesaro, mentre nella seconda metà del decennio partecipa a varie rassegne del Novecento Italiano. Nel 1930 si stacca dal movimento sarfattiano, ma rimane estraneo al primitivismo, al chiarismo e all’espressionismo, perché conserva sempre un senso classico del disegno. Il suo è dunque un percorso indipendente, diviso tra le suggestioni di Parigi, Vienna, Milano, Roma, Venezia, reso più solitario dal fatto che nel 1923 va a vivere a Solcio, sul Lago Maggiore, dove si spegne nel 1952.
Press: 339 6193818 – stefania.bertelli@artemidepr.it