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Mario Tozzi
Mario Tozzi, nato a Fossombrone presso Urbino nel 1895, trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Suna, sul Lago Maggiore, dove il padre è medico condotto. Dopo otto anni di residenza nel palazzo Rossi, allora sede municipale, la famiglia si trasferisce nel villino che ha fatto costruire al n. 11 di via Montebello, a pochi passi dall’oratorio romanico dei SS. Fabiano e Sebastiano.
Iniziati gli studi di chimica all’Istituto Cobianchi di Intra, li interrompe per seguire i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna che conclude nel 1915, ottenendo un premio dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Subito dopo la Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipa come volontario, conosce sul Lago Maggiore la parigina Marie-Thérèse, sua futura moglie, e si stabilisce nella capitale francese, iniziandovi la sua carriera artistica. Qui espone nel 1920 al Salon des Independants e viene subito notato con favore dalla critica. Da allora partecipa regolarmente e con crescente successo anche al Salon d’Automne e a quello delle Tuileries.
Dal 1920 inizia a soggiornare, durante i periodi estivi, nella casa della moglie a Lignorelles, in Borgogna. In Italia, dove a Pallanza nel 1923 tiene la sua prima personale al Museo del Paesaggio, esporrà dietro invito alle Biennali di Venezia, alle mostre del Novecento italiano e alle Quadriennali romane.
Nel 1926 fonda a Parigi il Group de Sept (Gruppo dei sette), riunendo con sè i principali artisti italiani residenti nella città: Campigli, De Pisis, De Chirico, Savinio, Paresce e Severini.
A partire dal 1927 Mario Tozzi inaugura una fortunata stagione di partecipazione a diverse esposizioni d’arte internazionali, mentre negli anni 1936-38 si dedica anche all’affresco, realizzando a Roma la decorazione del salone centrale del comando generale della Milizia.
Ma proprio nel 1936 la sua salute comincia a peggiorare e l’artista, che dirada sempre più l’attività espositiva ed è frequentemente costretto all’inattività, alternerà fino al 1944 soggiorni a Parigi, periodi estivi a Suna sul Lago Maggiore e permanenze a Roma. Nel 1938 lavora alla decorazione del Palazzo di Giustizia di Milano.
Migliorate le sue condizioni fisiche, riprende a dipingere e, nel 1958, una esposizione personale alla Galleria Annunciata di Milano costituisce per lui una vera e propria “resurrezione” che lo inserisce nuovamente nella cerchia dei maestri del Novecento italiano.
Nel 1971 si trasferisce definitivamente a Parigi, dove vive la figlia, in seguito a intimidazioni subite a Suna da parte di una non ben definita “Associazione per la difesa del pittore”.
Morirà nel 1979 a Saint-Jean-du-Gard, in Borgogna.
Nel 1996, dopo la grande mostra allestita a Pallanza nel centenario della nascita di Mario Tozzi, il fratello Arnaldo dona al Museo del Paesaggio 19 dipinti.
Il rapporto di Mario Tozzi con il paese di Suna è molto intenso: Miss. Prescott, amica di famiglia, gli regala la prima scatola di colori, il pittore Alfonso Muzii gli insegna a dipingere, l’ambiente circostate gli fornisce innumerevoli spunti per le sue opere.
Tra il 1923 e il 1924 l’artista realizza otto tondi del diametro di 115 cm, dipinti a olio su tela, da collocare sulla volta della navata della chiesa di Santa Lucia, dove si trovano tuttora. Nel 1951 progetta il monumento ai caduti delle due guerre mondiali – un arco in blocchi di pietra a vista affiancato da un fante morente posto sopra un piedistallo– costruito sul lungolago proprio di fronte alla chiesa di S. Lucia e inaugurato nel 1953.
Opere dell'artista