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Il Chaco ieri e oggi. Sulle orme di Guido Boggiani




DAL
12/11/2022
AL
16/01/2023


Palazzo Viani Dugnani, via Ruga 44, Verbania

Sabato
10.00-17.00
Domenica
10.00-17.00
Venerdì 6 gennaio 2023
10.00-17.00

Adulti
8 €
-12 / +65
5 €


0323.557116
segreteria@museodelpaesaggio.it

Apre al pubblico, sabato 12 Novembre alle ore 11.00, la mostra fotografica “IL CHACO IERI E OGGI. Sulle orme di Guido Boggiani” a cura di Gherardo La Francesca e Luca Rugiu.

La mostra fotografica costituisce il primo evento del più ampio progetto, organizzato dal Museo del Paesaggio per ricordare e approfondire la straordinaria figura di Guido Boggiani, che sfocerà in una grande mostra nell’estate 2023. Questo primo tributo esplora la passione di Boggiani per la fotografia e le popolazioni del Gran Chaco. I curatori, Gherardo la Francesca e Luca Rugiu, avvicinano le foto storiche (ritratti e paesaggi) scattate da Guido Boggiani nel XIX secolo ad alcuni scatti moderni realizzati durante i loro recenti viaggi in Gran Chaco per le attività del loro Museo Verde. Ogni fotografia sarà commentata attraverso le frasi che Boggiani ha lasciato nei suoi diari e nelle sue opere “I Chamacoco” e “I Caduveo”, ancora oggi molto attuali.

 

GUIDO BOGGIANI

Nato ad Omegna nel 1861 da una famiglia novarese di proprietari terrieri, dove possiede una villa, conosce Filippo Carcano, caposcuola del paesaggio naturalistico lombardo, diventandone allievo. Affermatosi giovanissimo ritraendo paesaggi del Lago Maggiore o di località vicine, conosce a Roma Gabriele D’Annunzio, il quale lo introduce nella bella società romana e nei circoli artistico-letterari dei giovani talenti. A 26 anni Guido Boggiani modifica radicalmente la propria esistenza: rinuncia ad un sicuro successo d’artista e si imbarca per il Sud America alla scoperta della tribù dei Caduvèi, spostando i suoi interessi artistici nel campo etnografico. Oltre a realizzare dipinti, durante questo viaggio egli produce una serie di schizzi a matita e china, alcuni ritratti, sugli usi, costumi, attività degli indigeni, e scrive il testo della sua opera principale: Viaggi di un artista nell’America Meridionale: i Caduvèi. In una seconda spedizione realizzerà anche ritratti fotografici di Indios. Nel 1901 Boggiani parte per il Chaco settentrionale, alla ricerca di una tribù sconosciuta. Ha appena compiuto 40 anni e da quel viaggio non farà più ritorno.

 

LA MOSTRA: LE PAROLE DEI CURATORI

La Mostra “Il Chaco ieri ed oggi”, che sarà ospitata dal 12 novembre prossimo al 15 gennaio 2023 dal Museo del Paesaggio di Verbania, costituisce una tappa di un percorso iniziato sette anni fa dall’ Associazione “Museo Verde” nell’ estremo nord del territorio del Paraguay al confine con Brasile e Bolivia, ove vive ancora, fortemente attaccata alle antiche tradizioni, una piccola Comunità di indigeni Yshir una delle 25 etnie originarie del territorio del Gran Chaco.

Il Gran Chaco può essere definito una seconda Amazzonia. Si tratta di una immensa pianura, estesa per un milione e 300.000 chilometri quadrati, una superficie equivalente a 4 volte quella dell’ Italia, che va dai contraffatti delle Ande boliviane alle aree semipaludose del Pantanal brasiliano, passando per le zone semi aride del nord dell’ Argentina e la parte del Paraguay situata sulla riva sinistra dell’ omonimo grande fiume. Un serbatoio di biodiversità, straordinario e sconosciuta, di tipo vegetale e animale: 3400 specie botaniche , 500 specie di uccelli, 120 di rettili, 100 di anfibi e 150 di mammiferi, ed anche di culture, credenze, capacità artigianali.

L’ associazione Museo verde ha iniziato la sua attività per la conservazione e la valorizzazione delle straordinarie risorse umane e naturali di questa regione in Paraguay, estendendosi gradualmente agli altri 3 Paesi i cui territori sono parte di questa regione.

In questo contesto si colloca la  mostra che verrà inaugurata il 12 novembre che comprende foto del Chaco scattate più di un secolo fa ed immagini contemporanee e che, sembra importante notarlo,  non è stata programmata a tavolino.

Gherardo La Francesca e Luca Rugiu non hanno effettuato vari viaggi nel Chaco alla ricerca di immagini che ricordassero le foto scattate 120 anni prima da Guido Boggiani, artista, viaggiatore ed etnologo nativo di Omega, località situata a poche decine di chilometri da Verbania, vissuto nella seconda metà del secolo XIX.

Hanno semplicemente ripreso paesaggi, volti ed oggetti che attiravano la loro attenzione, con l’intento di catturare il significato e il fascino di un ambiente unico e delle popolazioni indigene che vi abitano. Solo più tardi si sono accorti, con sorpresa, delle incredibili somiglianze esistenti tra le loro fotografie a colori e quelle in bianco e nero che documentano la straordinaria avventura di Boggiani. E’ stato facile ed entusiasmante accostare 21 immagini del Chaco di fine ‘800 ad altrettante immagini del Chaco di oggi e lasciare il compito di commentare entrambe allo stesso Guido Boggiani, utilizzando brani dei suoi scritti, ancora incredibilmente attuali. E’ stato inevitabile trarre una semplice conclusione: pur essendo seriamente minacciata da deforestazione e globalizzazione, la magia del Chaco sopravvive.

Dobbiamo difenderla, aiutare gli abitanti indigeni a non perdere la loro identità, innanzitutto perché la bellezza va difesa, ma anche perché distruggerla non sarebbe solo criminale. Sarebbe stupido.

Il Patto per il Gran Chaco promosso dal Museo Verde, lanciato in occasione della COP 26, la Conferenza Internazionale sulle mutazioni climatiche del 2021, sostiene e dimostra che esistono alternative economicamente sostenibili alla deforestazione. Esiste un modello di sviluppo in grado di mettere a frutto le straordinarie risorse contenute in questa regione, senza distruggerle. Crescita economica e valorizzazione delle risorse naturali e delle culture indigene non sono in contraddizione. Al contrario, si pongono in un rapporto di sinergia.

Salvare il Chaco di Boggiani è possibile e risponde anche ad una logica di corretto utilizzo di risorse economiche.

Questo è il messaggio che il Museo Verde vuole lanciare con questa mostra che, non a caso, espone anche prodotti di alta gamma e di grande valore dell’ Alta Moda e del design italiano, realizzati grazie ad elementi provenienti da questa regione.

MUSEO VERDE

Il Museo Verde è nato con la finalità di conservare la memoria e le tradizioni dei popoli indigeni che dimorano nel Gran Chaco. Questa vasta regione è depositaria di un patrimonio ricco e differenziato di risorse culturali: tessuti, sculture, dipinti, ceramiche, murales, tradizioni gastronomiche.

Per approfondimenti: museoverde.org

 

GHERARDO LA FRANCESCA

Gherardo La Francesca é stato diplomatico in Grecia, Egitto, Giappone, Argentina, Cipro e ha concluso la carriera nel 2012 come Ambasciatore in Brasile. Ha realizzato mostre fotografiche a Nicosia, Ravello, Brasilia e Asunciòn. Con la sua barca a vela, chiamata Pulcinella, ha attraversato il Mar della Cina Meridionale, lo stretto di Malacca, l’Oceano Indiano, Il Mar Rosso, Il Mediterraneo e, nel 2014, l’Oceano Atlantico. In Paraguay, ove ha vissuto dal febbraio 2013 all’agosto 2016, ha contribuito alla esposizione “El Circulo Imperfecto” sulla vita di Guido Boggiani, pittore, fotografo, viaggiatore di fine ‘800; è stato curatore di una mostra su Emilio Salgari; ha allestito una mostra di sue fotografie e di oggetti e dipinti di indigeni Chamacoco; ha coordinato una missione archeologica nell’ Alto Chaco; ha ideato e curato la realizzazione del “Museo Verde”, sala espositiva costruita in legno di palma con tecniche indigene nella remota località di Karcha Bahlut. Nel 2015 l’ Editrice Servilibro di Asuncion ha pubblicato ila sua opera ”Sebastian Gaboto, historia de un viaje al corazon profundo del continente Americano”, successivamente edito nel 2017, nella versione italiana intitolata “ Sebastiano Caboto, storia di un viaggio nel cuore profondo del Continente Sudamericano“, da Edicampus. Dal 2018 il “Museo Verde” è una Onlus che realizza progetti di conservazione e valorizzazione delle culture indigene del Gran Chaco in Paraguay, Bolivia, Argentina e Brasile. Nel febbraio 2020, ha presentato, presso l’ Istituto Italo latino Americano, la Mostra fotografica “Il Chaco, Ieri ed Oggi” realizzata insieme a Luca Rugiu. Nel marzo 2021 l’ editrice Officina Edizioni ha pubblicato libro da lui curato “Museo Verde, Popoli del Gran Chaco”

 

LUCA RUGIU

Luca Rugiu a vent’anni si reca a Torino dove ha la sua formazione presso un importante studio fotografico nei settori moda e architettura, poi raggiunge a New York il fotografo Garry Gross – già assistente di Richard Avedon e Roberto Scavullo – da poco diventato famoso per le sue foto di Brooke Shield nel film Pretty Baby di Louise Malle, e si ferma sei mesi lavorando nel mondo della moda newyorkese. Prima di lasciare gli USA, percorre gli States da Est ad Ovest e ritorno in Greyhounds e si ferma a Phoenix Arizona nello studio di Paul Markow, specialista in ritratti e fotografia commerciale. Torna quindi a Verona dove inizia l’attività di fotografo professionista, tra servizi fotografici di moda e still-life per le maggiori agenzie di pubblicità veronesi e milanesi. Assieme a Garry Gross, che nel frattempo si era trasferito a Milano, Luca si trova a lavorare a fianco di art directory molto affermati, e fotografi come Helmut Newton e Bruce Weber durante la settimana dell’Alta Moda a Roma, pubblicando sulle riviste Vogue, Linea Italiana ed Amica.

Ora si dedica alla fotografia come indipendente, persegue una sua ricerca rivolta all’essenza dell’essere umano ed alle culture legate a tradizioni incontaminate dalle civiltà occidentali.

Le foto – eseguite con le sue Leica prevalentemente in bianco e nero, ma non disdegnando il colore quando necessario – sono ritratti ed immagini di grande effetto, che lasciano lo spazio a riprese documentaristiche per eventuali usi richiesti dai committenti.

Luca cerca di fissare gli aspetti delle culture locali che, rimaste inalterate per millenni, potrebbero scomparire per sempre con l’avanzare della civiltà meccanizzata, e si prefigge di documentare un mondo di un tempo che non c’è più.

Il nuovo progetto vede Luca impegnato in Sudamerica, in particolare nel Paraguay, Argentina e Brasile alla ricerca dei popoli di etnia della regione del  Gran Chaco, con vari reportage fotografici che possano fornire una testimonianza della ricchezza culturale e tradizionale di queste popolazioni, insomma un racconto che inizia con “c’era una volta e poi ci sarà ancora”.

 

L’esposizione, organizzata dal Museo del Paesaggio di Verbania in collaborazione con Museo Verde, sarà aperta fino al 15 Gennaio il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 17.00 (orario continuato) nella sede storica del museo a Palazzo Viani Dugnani, Via Ruga 44. Per gruppi e scuole apertura su prenotazione anche in settimana scrivendo a: prenotazioni@museodelpaesaggio.it.





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